La Riflessologia Plantare
La riflessologia plantare si colloca all’interno di tutte quelle metodiche di intervento manuale non convenzionali cosiddette di "prevenzione", che consente all’individuo di ritrovare l’equilibrio psico-fisico restituendogli la naturale armonia di funzionamento tra gli organi, i sistemi corporei e l’atteggiamento mentale.
Infatti sui piedi si manifestano carenze o difetti che hanno origine all’interno del nostro corpo ma che ancora non si sono manifestati come sintomi. Attraverso la riflessologia plantare la persona viene accompagnata in un percorso di consapevolezza e percezione di sé, favorendo il rilassamento, riducendo lo stress, le tensioni e migliorando la respirazione.
Inoltre, la riflessologia plantare, rappresenta un efficace strumento di supporto al benessere generale, rafforza il senso di realtà, l’equilibrio tra mente e corpo e la tendenza naturale dell’organismo all’autoconservazione.
In Occidente il padre di quella che oggi è l’applicazione della moderna riflessologia è Fitzgerald, medico statunitense che con la sua "teoria zonale" tracciò le mappe delle zone riflesse sui piedi ed identificò il reticolato dei meridiani energetici lungo tutto il corpo umano.
L’evoluzione della riflessologia plantare ha risentito di diverse scuole di pensiero, per esempio il moismo, il confucianesimo, il taoismo, e tra il terzo e il quinto secolo in Cina ci sono stati tre grandi maestri Lao Zi, Confucio e Mac Zi. Quest’ultimo ancora oggi è considerato in oriente il vero fondatore della riflessologia plantare e nello specifico dell’On Zon Su.
In Italia invece, i due pionieri dello ricerca riflessologica contemporanea furono il Professor Giuseppe Calligaris, neurologo e docente presso l'Università di Roma dal 1910 al 1939, ed il Dottor Nicola Gentile, insieme nei primi decenni del '900 realizzarono vari studi e pubblicarono materiali che per l'epoca erano molto innovativi. L'ostracismo di una parte del mondo accademico e medico italiano ha lungamente frenato le ulteriori ricerche sulla scia dei due pionieri.
Ora, fare prevenzione con la riflessologia plantare significa saper interpretare le chiavi di lettura che il piede offre, e non sempre queste sono semplici da visualizzare. Il piede rappresenta la radiografia dei nostri pensieri nascosti, ci permette di inquadrare un problema e di comprenderne il perché esso c’è.
Consideriamo che tutto ciò che accade nel piede è passato dal cervello e parla 5 – 6 – 7 mesi prima del corpo sempreché il corpo abbia una buona energia.
Pertanto scoprire per esempio, un callo che fa male, una stasi, una ruga o un capillare sono solo espressioni nel piede che dichiarano che nel corpo esiste energia e quindi la possibilità di stimolare un processo di riequilibrio e benessere prima ancora che nel corpo si manifesti un malessere o un disturbo.